Fiamma Torrese, esordio col botto: Olimpia demolita

Parto da una confessione: non sono un esperto; sabato sera è stata la seconda volta nella mia vita che ho assistito ad un incontro di pallavolo e devo ammettere che s’è confermata un’esperienza bellissima, superando ogni mia più rosea aspettativa.

La vittoria della Fiamma Torrese all’esordio casalingo nel campionato di serie B2 contro la Volare Olimpia Benevento è stata davvero esaltante, un’emozione che va al di là del risultato (26-24; 25-11; 25-14). Il PalaSiani come il Maracanà, anzi come lo stadio Giraud ai tempi della serie B: nello sport la carica che arriva dagli spalti si trasforma in energia pura che centuplica le forze.

Ha funzionato anche sabato e  il mio non è puro campanilismo, non pensatelo neppure lontanamente, ma lascia davvero basiti lo spirito di sacrificio e la voglia di fare gruppo, incitandosi l’una con l’altra lottando per ottenere ogni singolo punto.

L’impressione che si ha vedendo giocare queste ragazze è quella della playstation: premi il pulsante e via! Meccanismi collaudati e rodati alla perfezione, tutte si cercano e si trovano a meraviglia, trascinate in campo da Marianna De Siano – schiacciatrice di soli 16 anni, proveniente da Ischia, ma già leader riconosciuta – e dal libero Federica Inserra, autrice (mi riferisco soprattutto all’ultimo set), di una prestazione straordinaria, con recuperi al volo e da terra ai limiti dell’impossibile.

La Fiamma torrese quest’anno somiglia tanto a una magnifica orchestra: sul podio l’allenatrice Adelaide Salerno. La sua capigliatura riccioluta evoca quella del Maestro Giovanni Allevi, ma lo spirito è sicuramente quello dell’Antonio Conte dei tempi migliori. Credetemi, può sembrare un paragone fuori d’ogni logica, ma Adele (la chiamano tutti così, solo con il nome) in panchina è letteralmente scatenata; sostiene le propria atlete in ogni singolo passaggio, scambio, punto. Vive ogni partita come fosse una finale. Questa è la sua forza ed è anche lo spirito impresso alle sue ragazze. Perchè solo così si può volare alto, anzi altissimo.

Dario Ricciardi

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