Autore: admin

  • Gigi D’alessio ed Alessandra Amoroso incantano Napoli

    A cura di Dario Ricciardi 

    È tarda notte, il luccichio abbagliante delle stelle meravigliose del cielo di Napoli, il suono melodioso delle onde del mare, mare culla di sogni e speranze, a far da cornice ad una piazza Plebiscito gremita di gente. Sembra quasi la descrizione di un quadro, dipinto su tela da un pittore immaginario, invece è accaduto davvero. Questo è l’omaggio che Napoli e rai uno hanno voluto tributare ad un’icona della canzone napoletana quale è Gigi D’Alessio. Gigi si è alternato sul palco con tantissimi artisti, alcuni noti ed altri meno tra i quali: Alessandra Amoroso, Elodie, Gioieler, LDA, Fiorella Mannoia e moltissimi altri. É stato davvero emozionante, a tratti anche commovente per il sottoscritto vedere Napoli così bella, trasudante di passione, amore e gioia pura, in un tripudio di colori variopinti, proprio come quelli delle ali di un pavone che si prepara al volo. Personalmente il momento più alto di emozioni l’ho provato quando Gigi D’Alessio ed Alessandra Amoroso si sono lasciati andare ad un duetto ( solo pianoforte e voce) della canzone ” E va bene così”. Sono legato visceralmente ad Alessandra, sia dal punto di vista professionale, ma soprattutto da quello umano e pagherei qualsiasi cifra, non mi vergogno a dirlo, anche con la vita, pur di avere un incontro con lei. Alessandra è la donna che più mi ricorda mia madre e non c’è giorno e notte che non penso e verso lacrime per Alessandra. Mi affascina il suo modus operandi ed agendi, il suo modo di abbracciare, di emozionarsi, di piangere, di dispensare gioia. Mi piace anche per il tempo e la cura che riserva alle fasce più deboli. Grazie Gigi! Grazie Sandrina! Sei scolpita a fuoco dentro me! Sono serate come queste che arrivano dritte al cuore e nutrono l’anima!

  • Jannik Sinner: la straordinaria normalità di un fuoriclasse senza tempo

    A cura di Dario Ricciardi

    C’è un tempo nella vita nel quale si sovvertono gerarchie che sembrano scolpite nella pietra, nel quale la logica cede il posto all’irrazionalità e ad un pizzico di follia. Quel tempo è qui ed ora. Oggi è con orgoglio e commozione che possiamo tranquillamente affermare che non è nato un fuoriclasse, senza tempo ed età in campo e nella vita, ma si è definitivamente consacrato. Jannik Sinner dietro i suoi folti riccioli rossastri, cela una ” testa” determinata, nata per vincere, riscrivendo, sotto tutti gli aspetti, la geografia dello sport italiano e mondiale. Lo ha fatto con l’umiltà che appartiene solo ai grandi e la loro grandezza risiede nel fatto che non si sentono mai arrivati, anche vivendo nella piena consapevolezza che più in alto di così è impossibile volare. Ecco perché Jannik , oltre ad essere un fuoriclasse nel senso sportivo più alto del termine, lo è anche dal punto di vista sociale e comunicativo: perché nel tempo in cui viviamo, nel quale i social network sono l’agorà dell’ostentazione assoluta, lui ci insegna a gioire di ogni traguardo con straordinaria normalità ed è quello a cui tutti noi dovremmo tendere… Ho numerosi amici diversamente abili che vivono nell’esempio di Jan che sono davvero tanto rammaricati di non riuscirne ad emulare le gesta sportive, ma che sperano vivamente di farlo nella vita ed al livello professionale. Grazie Jannik per averci accumunati tutti nel tuo nome, per le emozioni indescrivibili che ci regali e per gli enormi e nobilissimi valori umani che hai e ci trasmetti! Ci sentiamo tutti profondamente onorati ed orgogliosi di essere rappresentati da te.

  • Scudetto Napoli, ecco perché ha un sapore speciale

    È stato atteso, sudato, sospirato, accarezzato, ma mancava sempre l’ultimo metro per tagliare il traguardo, quel metro, quella linea sottile che divide inferno e paradiso, quel sentimento di estasi pura. Ecco perché il gol di Osimhen ad Udine è suonato come una sorta di liberazione da un qualcosa che pensavi potesse addirittura non arrivare più, come i sogni che si infrangono sul più bello. Ecco perché questo scudetto per il Napoli e per l’intera città ha un sapore speciale: perché arriva dopo trentatre anni di attesa spasmodica, anni nei quali a Napoli esisteva un unico grande leader incontrastato: Diego Armando Maradona. Lui era il centro di gravità delle speranze di un popolo, una sorta di divinità. Quanto è cambiato da quel lontanissimo 1990 (anno dell’ultimo scudetto). Oggi c’è una squadra che somiglia tantissimo ad un’orchestra nella quale nessuno stecca una nota e sono tutti, nessuno escluso, attori protagonisti del medesimo sogno, guidati da un grandissimo condottiero, quel Luciano Spalletti a cui va ascritto un duplice merito: quello di aver compattato la squadra portandola ad un successo sul quale ad inizio stagione calcistica nessuno avrebbe scommesso neppure un centesimo e quello di aver creato una koinè, un afflato emotivo con la città intera. Ecco perché di questo scudetto ci sentiamo tutti un pò figli, perché è il vessillo del riscatto popolare di intere generazioni, di quartieri, di tutte le volte (troppe) in cui Napoli è stata etichettata come la città della camorra e del malaffare. Questo è lo scudetto di tutti ed è tutto nostro! Oggi Napul è ancor di più mille culure ed oggi quel giorno all’improvviso in cui m’innamorai ‘di te si è finalmente compiuto.

    Dario Ricciardi 

    FONTE https://www.torresette.news/sport/2023/05/19/scudetto-napoli-ecco-perche-ha-un-sapore-speciale

  • Lido Mappatella: spiaggia libera ma…non per tutti

     

    Il lido Mappatella, così definito per l’antico uso di portare panni e cibo in un involto (la ‘mappa’ degli antichi romani), è storicamente la spiaggia libera di Torre Annunziata, la ‘nostra’ spiaggia libera che consente di fruire del mare anche a chi non può permettersi di pagare le tariffe imposte dagli stabilimenti balneari. Senza contare che rappresenta per tutti l’accesso alla spiaggia quando gli stessi stabilimenti sono chiusi . Ora, a parte la sensazione che il Mappatella beach sia abbandonato a se stesso per la scarsa pulizia e la mancanza di sevizi indispensabili per garantire adeguati standard igienici (secondo voi dove fanno i loro bisogni i frequentatori del lido Mappatella?), mi preme sottolineare un aspetto che pare non interessi a nessuno. Il lido Mappatella è un luogo INACCESSIBILE ai portatori di disabilità motorie. Per raggiungerlo bisogna percorrere una rampa di gradini e, quando pure si sia riusciti in qualche modo a scendere, per percorrere la lunga distesa di sabbia che separa dal mare non c’è una passerella. E , ammesso pure che qualche angelo del paradiso scenda in terra e ti conduca vicino al mare , non c’è nessun assistente che ti aiuti ad entrarci.
    Capisco che, abituati come siamo a subire ogni tipo di ingiustizia e di sopruso, possa sembrare strano che qualcuno solvevi il problema della gestione di una spiaggia pubblica, ma vi assicuro che è un diritto poter godere di una spiaggia pubblica, gratuita, accessibile e gestita con criteri che assicurino sicurezza e igiene.
    Chiunque abbia viaggiato può testimoniarlo e riferire esempi da imitare.
    È vero, non abbiamo un Sindaco ne’ una giunta comunale che possa assumere iniziative e deliberare ma possibile che con questa solfa che ci ripetiamo ogni giorno nessuno tutela i nostri diritti?
    Sarebbe interessante sentire sull’argomento il parere dei Commissari Prefettizi e del senatore Mazzella.

    Dario Ricciardi

    FONTE: https://www.torresette.news/attualita/2023/05/16/torre-annunziata-lido-mappatella-inaccessibile-ai-disabili-la-denuncia

     

  • Addio a Rosario, 54 anni. La commovente lettera di Dario Ricciardi al suo assistente

    Mio carissimo ed amatissimo Rosario, forse questo momento non è neppure il più opportuno per darti l’ultimo saluto e spalancarti le porte del mio cuore, perché non si ha la lucidità necessaria per esprimere tutto quello che provi, perché ti crolla il mondo addosso, unitamente a certezze acquisite e consolidate nel tempo, anzi negli anni. Ti manca il respiro e la sensazione di morte condivisa vive in te. L’album dei ricordi è più che mai vivo e non vuole saperne di marcire: dalle mille trasferte al seguito di Alessandra Amoroso, alle incredibili ed esilaranti avventure universitarie, passando per la fretta degli esami da conseguire, ai pezzi da consegnare al giornale, senza dimenticare le mille battaglie presso l’ormai ex consiglio comunale di Torre Annunziata per una città inclusiva, senza trascurare neppure le vacanze e le risate sarde, tra una lingua di sabbia ed il mare che provocavano in noi un effetto catartico e purificatore. L’uomo di tutti sempre disponibile a tutto Quel trillo di telefono non l’avrei mai voluto ascoltare. Grazie di tutto, mio immarcescibile Ross. Grazie soprattutto per avermi lasciato uno dei più grandi insegnamenti della mia vita: la diversità non è un limite certo, ma se non hai delle persone valide delle quali fidarti ed alle quali affidarti non andrai mai lontano. Addio mio caro fratello, spero che nei campi elisi ci sarà tempo per noi.
    Con infinito amore,
    Dario

    Dario Ricciardi

    http://FONTE: TorreSette.it https://www.torresette.news/attualita/2022/12/02/addio-a-rosario-54-anni-la-commovente-lettera-di-dario-ricciardi-al-suo-assistente

  • Nitto ATP Finals 2022: uno spettacolo unico al mondo

    I violini che suonano una musica dolcissima, il cielo che appare stellato, sembra di essere in un enorme teatro nel quale il tempo si sia fermato. Spalti gremiti in ogni ordine di posto, tutto è pronto, musica ad alto volume, bellissimi giochi di luci psichedeliche, su il sipario sul grande tennis! Siamo alle ATP Finals di Torino, l’olimpo del tennis mondiale con i primi 8 campioni del mondo. Al centro del campo si sente solo il rumore sordo della monetina che il giudice di sedia tira giù per effettuare il sorteggio di inizio partita. Ho avuto la fortuna di assistere per i quarti di finale all’incontro tra Djokovic e Medvedev, due gladiatori al centro dell’arena affamati di vittoria. E allora si parte!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Medvedev alla battuta scaglia una fucilata che Nole non può far altro che ammirare, il leone serbo appare infastidito da qualcosa o qualcuno, ma forse è solo questione di tempo, di ingranare la marcia, oliare i meccanismi ed aumentare i giri del motore: così è stato, quando la partita si è trasformata in una battaglia di nervi, una sorta di boxe senza contatto, nella quale si lottava punto dopo punto, non c’è stato nulla da fare: è stato il leone serbo ad emettere l’ultimo ruggito di quella che forse è stata la partita più bella dell’anno e della quale ho avuto il privilegio di essere testimone. Rafa Nadal? Paga lo scotto degli anni, dell’avanzare delle nuove generazioni e di una stagione costellata da infortuni, ma può ancora recitare un ruolo da protagonista. Tornando però a ciò che impressiona dell’atmosfera che si respira alle Finals, a parte l’organizzazione che quest’anno è stata eccellente, è l’incredibile coinvolgimento di persone di ogni età che girano in una elegante Torino vestita a festa per la parata di stelle. E poi… oltre a questi grandi, ho potuto assistere anche ad un doppio tra campioni e tennisti in carrozzella, una esperienza da brivido che porterò sempre nel cuore, uno straordinario esempio di inclusione, determinazione e forza di volontà. La vera essenza dello sport. Viva Torino, viva il tennis! Arrivederci alle sorprese che ci riserverà il prossimo anno, speriamo ovviamente in qualche nostro campione.

    Dario Ricciardi 

  • Torre Annunziata – Disabili in spiaggia: “Vi racconto la mia esperienza”

    La vita di un portatore di disabilità motoria e perciò costretto a muoversi in sedia a rotelle è irta di difficoltà, tanto più quando si vive in realtà che all’argomento hanno dedicato soltanto insensibilità ed indifferenza. Tali difficoltà in estate risultano acuite in conseguenza del desiderio di raggiungere la nostra spiaggia e potersi bagnare nel nostro mare, vista la scarsa attenzione posta dai gestori degli stabilimenti balneari nell’assicurare accessibilità e abbattimento delle barrire architettoniche. Io stesso più volte ho denunciato nei miei articoli storie estive di ordinaria discriminazione senza che però ciò sortisse un risultato diverso da scuse e buoni propositi. Ma quest’anno qualcosa finalmente è cambiato ed è giusto metterlo in evidenza. Presso il lido ” Nettuno” ho trovato un luogo completamente accessibile, dall’ingresso fino al mare. Vi è il totale abbattimento delle barriere architettoniche e quindi la piena fruizione degli spazi è finalmente garantita a TUTTI, nessuno escluso. Per chi come me si dibatte ogni giorno tra mille problemi e altrettante denunce, vedere e vivere questa struttura è stata una vera, grande, piacevole sorpresa. Inizialmente sono rimasto di sasso nel constatare che tutto è curato nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso o è frutto di improvvisazione. “Ma sono davvero a Torre Annunziata, dove fino a ieri parlare di accessibilità e chiederne l’applicazione significava sbandierare utopie, chiedere una grazia divina o indovinare la schedina del totocalcio?”. Lo confesso, è stato questo il mio primo pensiero. Mi sono tornate alla mente le tante volte in cui ho fatto richiesta di una semplice passerella che si allungasse verso il mare così da raggiungerlo senza problemi e a tutte le banalità (a voler essere eufemistici) che mi venivano propinate pur di non fare . Oggi voglio esprimere la mia immensa gioia per poter finalmente raggiungere e godere il mare in piena libertà. Al Nettuno c’è tutto ciò che serve a creare ACCESSIBILITA’: ascensore, pedana fino al mare, docce a filo, zona bar e ristorante all’aperto senza l’ostacolo di un gradino. E quando desidero immergermi in acqua, per quei pochi metri che separano per legge la passerella dal mare, ci sono almeno tre assistenti bagnìni pronti ad aiutarmi. Sembra fantascienza, ma è soltanto spirito d’iniziativa, attenzione ai bisogni degli altri e applicazione di norme di legge. Desidero quindi ringraziare la Direzione e tutto il personale del “Nettuno” per avermi reso la vita un pò più facile e per aver dato un esempio a tutti di cosa vuol dire imprenditorialità « illuminata »nella speranza che altri vogliano seguire il loro esempio.
    Dario Ricciardi 
  • Calcio, tennis e automobilismo: una settimana di grandi emozioni sportive

    Chiamatele scintille, scatti di gioia, brividi senza tempo e parole, o più semplicemente emozioni. Quei sentimenti spontanei e travolgenti da non poterli frenare perché imponderabili ed imprevedibili. Nessuno potrà mai restituirci i sentimenti provati in questa settimana irripetibile e forse storica di sport, quelli li custodiremo per sempre dentro di noi.
    se proviamo a viaggiare puramente di fantasia, forse ci accorgeremo che la distanza sentimentale tra Salerno e Madrid è molto breve: due città, due tifoserie, due cuori carichi di passione, guidate da due condottieri tanto diversi eppure così simili. Carlo e Davide :l’uomo dei miracoli sportivi il primo, l’altro l’uomo capace di fare della propria squadra un’araba fenice, una squadra sulla cui resurrezione nessuno avrebbe scommesso neppure un centesimo.
    Questione di carattere, furore agonistico e personalità. La personalità è proprio l’ingrediente perfetto con il quale il meno reclamizzato Davide Nicola è riuscito a trasformare una squadra con un piede e mezzo in serie B fino a qualche settimana fa, in un gruppo pronto a confermarsi in serie A. Quant’è bello vedere Salerno che trasuda passione, cullare un sogno considerato utopia fino a pochissime settimana fa.
    E , cone nelle favole da raccontare un giorno ai più piccoli, ecco la Roma, che in un Olimpico strapieno si regala una notte perfetta per accedere nell’Olimpo degli dei . E tutto questo sotto gli occhi di Claudio Ranieri, il nobiluomo col cuore diviso a metà, che, commosso ed applaudito da tutto lo stadio , costituisce l’immagine perfetta di una notte che a Roma e probabilmente in Italia in pochi dimenticheremo, soprattutto dopo l’ennesimo fallimento mondiale.
    Qualcuno ha detto fallimento? Per favore non ditelo a Rafa Nadal, che stupisce ancora a Madrid, dopo aver giocato un tiratissimo tie break contro David Goffin.
    Storie di sport, storie di campioni immortali, di discese e risalite incredibili, sorpassi e controsorpassi! Ah… dimenticavo! A Miami c’è la Ferrari pronta a scrivere un altro capitolo della sua fantastica stagione, ed in più la lotta scudetto nel nostro campionato di serie A, unitamente alla lotta promozione con tre squadre pronte a far festa….
    Vi prego! Lasciateci vivere ancora un pò lo stupore che lo sport sa regalare, non svegliateci, è troppo bello! Il treno delle emozioni non può fermarsi ora.

    Dario Ricciardi

    Fonte: Torresette.it https://www.torresette.news/sport/2022/05/07/calcio-tennis-e-automobilismo-una-settimana-di-grandi-emozioni-sportive

  • Magica Italia in coppa Davis! L’Italia sfiora la semifinale

    Ma cosa potevamo pretendere  di più dalla nostra nazionale tennistica? In Italia deteniamo un primato tutto nostro: quando le cose vanno bene ci esaltiamo con troppa facilità, quando vanno male siamo tutti da buttare. Delusione flop, mancata cattiveria. Abusiamo troppo spesso di questi termini nello sport, come nella vita. Dobbiamo smetterla di addossare colpe o affannarci a trovare colpevoli inesistenti. Si vince e si perde insieme, da squadra, da gruppo in nome di una bandiera, quella italiana della quale dobbiamo essere sempre orgogliosi. L’abbraccio tra Filippo Volandri e Jannik Sinner è la sintesi perfetta di quella che non può e non deve essere considerata come una caporetto tennistica, anzi… Dobbiamo solo dire grazie a questo gruppo di ragazzi puliti, umili e perbene, che tra Finals e Coppa Davis, hanno fatto vivere all’Italia e a Torino due settimane di tennis che definire fantastico è troppo riduttivo, quasi non rende l’idea. Sfide memorabili che rimarranno per sempre scolpite nella memoria di tutti noi, partendo da Sinner vs Medvedev, dove il leone Jannik, sostenuto dal suo tennis sublime e da un pubblico pazzesco è stato ad un solo punto da un’impresa che sarebbe rimasta nella storia di questo sport, battendo l’attuale numero due della classifica mondiale. é stato un privilegio esserci. Ricordo che dopo quella partita io e mio padre ci abbracciamo forte, in quell’abbraccio c’era quello che avremmo voluto tributare al nostro leone Jannik, accompagnato da un grazie infinito. Confesso che dopo quella partita mi è scesa anche qualche lacrima sul viso, perché sarebbe piaciuto giocarla anche a me, ma questa è un’altra storia. Incontri memorabili appunto, come quello di ieri tra Sinner e Cilic, croato oggi numero venti della classifica mondiale, ma ex numero tre e vincitore di uno Slam ( US Open) Si dice spesso che il tennis è boxe senza contatto e così è stato: una battaglia bellissima, durata tre ore e quarantacinque minuti, nella quale i due non si sono risparmiati combattendo quindici dopo quindici, colpo dopo colpo, ma alla fine eccolo! Eccolo il leone, l’uomo di ghiaccio, definitelo come volete che si scioglie come neve al sole, alzando le braccia al cielo dopo un doppio fallo beffardo per il vecchio volpone Marin. 3-6 7-6(4) 6-3. Questo l’epilogo di una impresa alla quale bisogna solo inchinarsi e battere le mani. Sonego? é normalissimo sentire la pressione quando si gioca in casa, soprattutto quando sei nato e cresciuto a pochi metri dal PalaAlpi tour, il Circolo della stampa di Torino. Non facciamo drammi. Diciamo grazie a questa squadra, capitanata da un amico ed un condottiero straordinario come Filippo Volandri @Filippo Volandri per il miracolo sportivo che hanno compiuto, anche e sopratutto in memoria di quel mitico laser che continuerà ad illuminare tutti noi. Siamo solo al primo capitolo, il meglio deve ancora venire!

    Dario Ricciardi 

  • CAPODICHINO: Aeroporto e ….Sparatrapp

    La Sardegna è un’isola splendida che incanta e rimane nel cuore sempre, anche quando si è costretti ad andar via. È proprio quello che è accaduto a me pochi giorni fa, quando, terminate le vacanze, ho dovuto lasciare la costa Smeralda. In aeroporto l’accoglienza è stata a dir poco perfetta: un’hostess gentile e professionale mi accompagna lungo i percorsi dell’aeroporto fino all’imbarco, dove mi affida ad altri suoi colleghi, altrettanto garbati e signorili, che non lasciano nulla al caso. La sedia che deve condurmi al mio posto in aereo è provvista di ogni necessario dispositivo : cintura di sicurezza, poggiapiedi, poggiatesta, braccioli. Davvero non si può chiedere di più e di meglio. Il volo è comodo e confortevole, ma, arrivato a Napoli la musica cambia. Un disastro, non so se sono in uno zoo o in aeroporto. Ad accogliermi, senza neppure salutare, ci sono degli ululati paragonabili a quelli delle scimmie. Il primo urlo cavernoso e fastidioso è questo: ” Oè Cì, oè Cì ( Ciro) t’aggia ritt e piglià ò guaglione”. Altro ululato scimmiesco: ” Comm ò piglio? pe man o pi pier?” ( Come lo prendo? Per le mani o per i piedi?). Da questo tira e molla viene fuori una cosa tipo nove settimane e mezzo: nel tentare di sollevarmi vengo spogliato, pantaloni giù e maglia sollevata, e gettato sulla sedia con una violenza mai vista prima. Sedia? forse sì , ma non certamente adatta al trasporto di un disabile :la cintura di sicurezza è stata letteralmente inventata con quello che in napoletano viene comunemente definito ” ò sparatrapp” un pò di nastro sottile e…..annodato alla bell’e meglio, come è possibile vedere in foto; del poggiapiedi e poggiatesta neppure l’ombra. Non so come vengo portato fuori dal velivolo mentre vedo gli sguardi preoccupati dei miei genitori e quelli perplessi del personale dell’aereo. Sono a Napoli, in Italia, in Europa eppure penso che neanche nel più povero dei paesi del terzo mondo avrei ricevuto un’accoglienza e un trattamento simile. 
    Dario Ricciardi