Ci eravamo illusi che potesse terminare in un altro modo ma non è stato cosi. Il sogno di Flavia Pennetta, agli Us Open 2013, si spegne sul più bello in semifinale ( la prima in uno slam), con Viktoria Azarenka, n. 2 al mondo contro 83. Flavia parte subito con la marcia ingranata, correndo variando il suo gioco e cercando d’imporlo. Le riesce bene nei primi game, quasi annullando il divario tecnico- tattico esistente tra le due. Ma Vika, non ci sta a subire il gioco di Flavia e dopo un piccolo passaggio a vuoto, dovuto allo smarrimento della prima di servizio, la bombardiera bielorussa riprende a martellare, sferrando missili imprendibili ed imprevedibili, facendo correre la Pennetta lungo tutto il campo. Ma la tennista di brindisi non molla, continuando ( pur stanca), a colpire tutto e a rispedire tutto al mittente. L’incontro va avanti a forza di break e controbreak, trasformandosi in una lotta di nervi. Ad un certo punto del primo set, l’azzurra accusa un po’ troppa tensione, sentendo la pressione della posta in palio e di tutto L’arthur Ashe Stadium ( il più grande stadio tennistico al mondo), che le intona un “ forza Flavia” e lascia campo libero a Vika, per la conquista di entrambi i set. Ma questa sconfitta dev’essere motivo d’orgoglio per lo sport italiano, perchè vedere un atleta di 31 anni, che dopo un’operazione al polso destro torna in attività, con la stessa fame di vittorie se non di più è la dimostrazione che rinascere si può anche a trentuno anni.