È stato bello, appassionante, sfibrante, incantevole. Molto più di un sogno, ora è una splendida realtà: il nostro tennis femminile continua a viaggiare altissimo, senza più paura di volare. L’ultima stella a brillare in ordine cronologico è stata Flavia Pennetta, che al torneo di Indian Wells, sul cemento, ha ottenuto certamente la vittoria più bella della sua carriera. Una vittoria che nell’album dei ricordi di Flavia e negli occhi di tutti noi rimarrà indelebile, ottenuta dopo una stagione in chiaroscuro, ed un infortunio al polso che l’ha relegata fuori dei campi da gioco per 6 mesi. Ecco perché questo trionfo ha un sapore diverso: non solo le ha permesso di scalare posizioni e di raggiungere il dodicesimo posto nella classifica mondiale,ma le consente di riscrivere la storia, diventando la prima italiana a vincere il trofeo californiano. La cosa che balza all’occhio maggiormente vedendola giocare è la gran voglia di riscatto: concentrata su ogni palla, disegna il campo perfettamente ed ha ritrovato il colpo che le ha dato tantissime soddisfazioni, il rovescio lungolinea. Ma la chiave di questo successo è anche un altro: il cambio di allenatore. Salvador Navarro, lo spagnolo che la cura adesso, le ha infuso quella fiducia nei propri mezzi che sembrava smarrita. Flavia ha così risposto sul campo a chi la dava ormai per finita, battendo due top ten come la cinese Na Li (numero 2) ed in finale la terza della lista mondiale, Agneska Radwaska. Il riscatto è stato poi anche una questione di cuore: via twitter ha spedito un selfie, come oggi si definisce l’autoscatto, che la ritrae con Fognini, in questo momento il tennista italiano più in forma. “E’ il mio assisten coach della settimana” lo ha definito la campionessa ritrovata. Un altro allenatore, insomma. Uno per il corpo e uno per l’anima.